La causa è un colpo forte della porzione fissa del pene sul montante tra sellino e manubrio, provocando nell'uomo la rottura dell'arteria cavernosa. Da qui l'erezione prolungata, ma non dolorosa (priapismo ad alto flusso), che può durare diversi giorni o mesi o comunque finché non si interviene. A differenza del priapismo a basso flusso, che è doloroso, e dove bisogna intervenire subito per salvare i meccanismi dell'erezione, in questo tipo di priapismo si può attendere. Ma è bene comunque essere tempestivi in quanto va interrotta la fistola tra l'arteria e il corpo cavernoso. Attualmente la soluzione meno traumatica è la embolizzazione selettiva del ramo arterioso lacerato. La manovra riesce nel 95% dei casi e la detumescenza del pene è immediata.
Presso la clinica urologica di Genova, negli ultimi 2 anni sono stati osservati tre casi, tra cui un ragazzo di 12 anni. L'insorgenza dell'erezione persistente può essere immediata, ma più spesso si manifesta a distanza di 24-36 ore, durante il sonno e in particolare durante le erezioni notturne. In questi momenti viene infatti rimosso il tappo di fibrina conseguente al trauma e alla lacerazione dell'arteria e i corpi cavernosi vengono inondati dal sangue arterioso, determinando l'erezione. La diagnosi si basa dunque sull'anamnesi e l'ecocolordoppler del pene che, quasi sempre, è in grado di visualizzare la fistola e quindi il lato dove bisogna intervenire.
(aldo franco de rose)
tratto da La Repubblica
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